Ogni volta che chiudevo gli occhi, un bambino mi guardava e piangeva, cercando disperatamente di
avvicinarsi a me [...]. Io, immobile, gli arti intorpiditi come sotto anestesia, lo guardavo senza poter emettere alcun suono, nemmeno il più piccolo
lamento. Come se non bastasse, pochi giorni dopo , agli strani sogni si era aggiunta anche la sensazione di essere sempre osservata, persino dentro casa. La notte, avevo paura di addormentarmi, mentre di giorno
temevo la mia stessa ombra.