Una grigia periferia industriale: brutti
capannoni accanto a brutti parallelepipedi
in cemento, uffici che affacciano
su distese di parcheggi e di automobili.
È lo sfondo di vite scandite da ritmi
monotoni, prigioniere di schemi sterili
quanto un orario ferroviario. E quella
di Paola non sembra fare eccezione: la
sveglia alle sette, la giornata in ufficio,
la cena frugale consumata in compagnia
del marito Tommaso – un bravo
ragazzo, un uomo qualunque –, un po’
di TV, il sesso