Non è insolito che io passi notti insonni e giorni atroci, sdraiato su un pavimento, a riflettere su tutto il disordine che abita la mia mente da anni, rendendomi vittima di attacchi di panico, crolli mentali e ondate d'ansia contro il mio petto. La necessità di mettere ordine è pari all'importanza che si da all'ossigeno, è vitale, ne ho bisogno come movente per convincere le mie gambe a fare ancora qualche passo avanti, perché la strada è lunga per me che sono giovane e l'ingiustizia può aver lasciato marchi sulla pelle, nella mente, ma non ha completamente spento la luce in me. Scrivo per parlarne, ma senza parlare.